Rieccomi con il resoconto delle nostre avventure
tragicomiche.
Non ho scritto per due giorni perché il morale era in caduta
libera. Ora per fortuna abbiamo ritrovato un po’ di ottimismo, nonostante le
ultime perle regalateci dai nostri datori di lavoro.
Stamattina, tanto per cominciare, siamo andati a sbirciare
la lavagna su cui ogni sera vengono registrati gli incarichi per il giorno successivo,
in modo che ogni istruttore/divemaster sappia come si chiamano i propri
subacquei, quanti sono, e soprattutto COSA FARE.
In linea teorica si tratta di un sistema valido, utilizzato da mille altri centri subacquei in tutto il mondo, non ultimo il centro tedesco dove siamo stati in Egitto. In pratica la lavagna di Scuba Junkie è inutile, dato che i programmi possono comunque cambiare all’ultimo minuto, cosa che regolarmente accade. Ieri mattina, per esempio, mi sono imbarcata a Semporna convinta di dover fare dei Discovery Scuba Diving (le immersioni di prova per i neofiti), ma quando sono sbarcata a Mabul mi sono ritrovata con uno studente per un corso Open Water.
In linea teorica si tratta di un sistema valido, utilizzato da mille altri centri subacquei in tutto il mondo, non ultimo il centro tedesco dove siamo stati in Egitto. In pratica la lavagna di Scuba Junkie è inutile, dato che i programmi possono comunque cambiare all’ultimo minuto, cosa che regolarmente accade. Ieri mattina, per esempio, mi sono imbarcata a Semporna convinta di dover fare dei Discovery Scuba Diving (le immersioni di prova per i neofiti), ma quando sono sbarcata a Mabul mi sono ritrovata con uno studente per un corso Open Water.
Ieri sera, come sempre, siamo andati a controllare i nostri
compiti per oggi: Marco avrebbe dovuto avere un corso, io partecipare ad una
giornata di pulizia del reef. Ottimo!
Stamattina ci presentiamo in ufficio ed il mio nome è
scomparso dalla lavagna. Non me ne preoccupo più di tanto, è già successo un
paio di giorni fa, così chiedo ad Ally, che sembra più o meno la responsabile
della reception. Con un candido sorriso mi informa che il mio nome non c’è
sulla lavagna perché ho il giorno libero e che no, non posso trascorrerlo a
Mabul, perché c’è carenza di benzina e non c’è posto sull’unica barca che esce
oggi. Mi dispero subito all’idea di passare un’intera giornata da sola a
Semporna, con l’unica compagnia di qualche libro in inglese e del mio ipad, con
quaranta gradi all’ombra!
Marco, d’altro canto, si prepara per lo svolgimento del corso
in programma, finché lo informano quasi per caso che la sua studentessa non si
è presentata. Risultato: abbiamo entrambi una giornata “di relax” in questa
amena cittadina che è Semporna, tra la puzza di pesce marcio e la spazzatura
agli angoli della strada.
La buona notizia è che abbiamo incontrato Rohan, il manager
che ci ha assunto, il quale deve essersi accorto del nostro sconforto (vogliamo
chiamarla disperazione?) e ci ha promesso una lunga, lunghissima chiacchierata
domani. Anzi, ci ha addirittura proposto di dormire una notte a Mabul, per
avere il tempo di parlare dopo cena. Sento che le cose stanno cominciando a
girare nella direzione giusta…!
Nel frattempo, giusto per non sbagliare, abbiamo trascorso
la mattinata a zonzo per le vie del paese, pianificando una eventuale fuga:
siamo andati in banca a cambiare gli euro, abbiamo portato più indumenti
possibili in lavanderia (costa 40 cent al chilo) e abbiamo mandato il cv ad un
altro centro che cerca una coppia di istruttori… sull’isola di Komodo, in
Indonesia.
Siamo pronti ad evolverci!
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