martedì 10 dicembre 2013

"Tutankhamon ha una tomba da pivello." (Cit.)



Riassunto della giornata.

Ore 10: visita alla Valle dei Re.
Sito archeologico monumentale, forse il più famoso al mondo, insomma uno di quei posti dove vale la pena poter dire: io ci sono stato!
Per una come me poi, che verso i dieci anni ha sperimentato la fissazione per gli antichi egizi - dopo quella per i dinosauri e prima di quella per i Backstreet Boys - l'emozione é stata bella grande. Ed effettivamente l'atmosfera che si respira é abbastanza surreale, non riuscivo a smettere di dire cose intelligenti tipo: "Cioé, ma ti rendi conto che magari quella roccia là é qui fin dal tempo in cui queste tombe venivano scavate?" "Pazzesco.. Ma ti rendi conto che questi affreschi che stiamo guardando adesso sono stati guardati dai Faraoni migliaia di anni fa?".
Entrando in una delle camere funerarie abbiamo persino trovato due moderni Indiana Jones che scattavano foto a manetta. Da non crederci, erano persino provvisti del classico cappello di Indi! Mancava solo la frusta! (uno dei due era parecchio belloccio però, devo dire)
Le tombe molto belle, molto calde, molto decorate. Tranne quella di Tutankhamon, un po' deludente. Speriamo almeno di non esserci attirati la sua famosa maledizione.
Peccato per la solita orda di guardiani, bigliettari, pseudo guide e presunti tutori dell'ordine (uno addirittura provvisto di mitra!) che ti seguono come un'ombra dentro e fuori le tombe. Ragioni di sicurezza? Mmmh direi piuttosto il tentativo di scroccare una mancia a quei pochi turisti che ancora si vedono da queste parti.

E qui faccio una parentesi: é vero che ultimamente la situazione é difficile, difficilissima, per il settore turistico in Egitto. Chi meglio di noi, che abbiamo perso il lavoro nel giro di una settimana, può saperlo?? Però, Ciccio, non puoi pedinarmi stile avvoltoio rivelandomi perle di saggezza quali: "Per di qua" (c'é un solo stretto corridoio per scendere in ogni tomba), "Maschera" (lo vedo da sola il sarcofago) o "Mummia" (pensavo fosse tuo nonno) e poi chiedermi la mancia. Voglio dire, prova a farlo un minimo di sforzo, no? Altrimenti scusa, ma se regalo cinque euro a testa, poi sono io quella che stasera non mangia!

Ore 12: il dramma della benzina.
E sottolineo che siamo partiti col pieno, ci siamo fermati a Marsa Alam a fare rifornimento, e ci siamo persino portati dietro una tolla di benzina (che ovviamente si é aperta e parzialmente rovesciata durante il tragitto, con conseguente controllo ad ogni posto di blocco - che sono tanti, di questi tempi). Insomma, nonostante tutte le nostre precauzioni ci rendiamo presto conto di una drammatica verità: a Luxor non c'é benzina. 
Ai distributori c'é una coda di qualche centinaio di metri. Spesso inutile, perché quando alla fine riesci ad arrivare alla pompa il prezioso liquido si é già esaurito.
E quel che é peggio, c'é solo benzina scrausa, quella che va bene per i pick-up, i mini bus e le motorette, che infatti sfrecciano indisturbate per le strade. 
Le macchine normali si attaccano. 
E noi pure.
La Nissan torna in albergo, si posteggia sotto una palma e resta lì. 
A puzzare di benzina sotto il sole, e speriamo che quella rimasta nel serbatoio ci permetta di arrivare a Marsa Alam, almeno.

Ore 15: caccia al pranzo, possibilmente digeribile.
Al prossimo egiziano che si avvicina col cavallo e il carretto-scarrozza-turisti, per offrirsi di portarmi al mercato di Luxor per sole cinque banane, giuro che faccio uno sproposito. Vale lo stesso discorso di prima: ragazzo, fantino, lo so che fai fatica ad arrivare a fine mese, ma fidati che se cominci a pedinarmi, gridandomi dietro "Perché? Perché no? Solo cinque pounds! Ti porto al mercato! Tutti vogliono andare al mercato! Sono SOLO cinque pounds!" mi fai solo incazzare, e stai pur certo che sul tuo maledetto carretto non ci salirò neanche morta! 
Anche perché, come ti ho già ripetuto in inglese, in italiano, e pure col mio approssimativo arabo, non me ne frega un piffero di andare al mercato: sto solo cercando un posto decente dove mangiare un boccone, e poi possibilmente digerirlo prima della colazione di domani.
Alla fine, al grido di "Vai via! Io ODIO i cavalli!" ci infiliamo in una caffetteria anglo-egiziana, dove ci ristoriamo con un hamburger di falafel e paratine fritte squisite. La digestione, con tutto 'sto fritto, non si preannuncia delicata.
Forse Marco ne pagherà le conseguenze...


1 commento:

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