domenica 10 novembre 2013

dal logbook: il Relitto dell'Hamada

Data: 10/11/13
Sito di immersione: Hamada Wreck, Mar Rosso, Egitto
Profondità massima: 18 m
Tempo di fondo: 60 min
Temperatura: 27 gradi

Dopo quasi due mesi e mezzo ed innumerevoli visite all'Hamada, ancora mi chiedo se il bello di questa immersione consista nel relitto e non, piuttosto, nella parte di reef che lo precede. Ma andiamo con ordine.
Costruito negli anni '60 dai cantieri navali inglesi John Lewis & Sons, l'Hamada (che al tempo rispondeva al glorioso nome di Avocet) ha navigato come nave mercantile nel gelido Mare del Nord, per poi trasferirsi nel Mar Mediterraneo ed andare infine a terminare i propri giorni nelle calde acque tropicali del Mar Rosso, per la gioia di molti subacquei. La nave, affondata nel 1993 ed ancora in ottime condizioni, si e' spezzata in due tronconi al momento dell'impatto con il reef, probabilmente a causa di una tempesta, e giace oggi su un fondale sabbioso a una profondita massima di 18 metri. Per raggiungerla, entrando in acqua dalla paradisiaca spiaggia antistante il villaggio di Abu Ghusun, e' necessario attraversare il fondale sabbioso della baia procedendo in direzione sud e seguire il reef per una ventina di minuti in totale. 
Non pensiate pero' che questa prima parte dell'immersione rappresenti una perdita di tempo! Tra i blocchi di corallo si insinuano dozzine di snelli pesci ago (Syngnathidae spp), le pastinache a macchie blu popolano ovunque il fondale sabbioso, e sollevando lo sguardo verso la superficie si possono facilmente distinguere le sagome eleganti dei calamari, pronti a dileguarsi al minimo accenno di pericolo. Attraversando la baia, la sabbia e' solo apparentemente disabitata: con un po' di attenzione si scorgono le sogliole, dagli occhi attenti e rotanti, mentre cicale di mare e granchi fanno capolino dalle loro tane nella sabbia.
Dopo pochi minuti il reef si profila di fronte a me, e so che qui comincia il bello dell'immersione: la sfida e' riuscire a individuare un piccolo crested velvetfish, un pesciolino endemico del Mar Rosso della cui esistenza ho appreso solo dopo essermici imbattuta qualche settimana fa. E non solo! Ci sara' sicuramente qualche polpo nelle vicinanze, qualche murena che fa capolino dalla sua tana, e chissa', magari persino un pesce ago fantasma (Solenostomus cyanopterus) che cerca di mimetizzarsi con una foglia. Oggi una strana "piega" nel fondale attira il mio sguardo, e scorgo una torpedine insabbiata, a poca distanza dalla mia mano! Ops!
Alla fine scorgo nel blu la poppa dell'Hamada e mi dedico all'esplorazione del relitto: coperto com'e' oggigiorno di coralli sembra proprio una terrazza fiorita, soprattutto il ponte di poppa, che su un lato raggiunge i cinque metri di profondita' ed e' popolatissimo da pesci angelo imperatore, cernie e minuscole anthias guizzanti. Una passeggiata lungo lo scafo, che giace capovolto sulla sabbia, e si arriva all'altezza dell'ancora, dove una tartaruga embricata (Eretmochelys imbricata) sta brucando fra i coralli, per la gioia dei miei subacquei fotografi. Lei si guarda intorno, non sembra infastidita, anzi sembra quasi che si metta in posa per noi, e alla fine decide persino di "accompagnarci" (a debita distanza, si intende) mentre rientriamo verso la spiaggia. 
Come sempre, pur essendo una "banale" immersione dalla spiaggia, con un "banale" relitto di una nave mercantile, questo sito non delude mai!     

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