martedì 4 marzo 2014

Dove osano le Balene

Mia mamma su skype: "Ah, stasera vai alle Balene? Ok, allora ci sentiamo domani, cosí mi fai sapere a che ora atterri e su che terminal arrivi."

Tempo di valigie. Di nuovo.
Non capisco come sia possibile, ma più si avvicina il momento di preparare i bagagli e più oggetti spariscono dalla mia vita. Un quaderno, la custodia dell'ombrello, il top per andare a correre. (Fa molto figo, lo so, e lo farebbe ancora di più se ci fossi andata almeno una volta, dico una, a correre.)
Al tempo stesso comincio a salutare silenziosamente tutte le piccole abitudini quotidiane che tra pochi giorni non faranno più parte della mia vita.


Addio, costosissimi panini e scatolette di sushi venduti in metropolitana. Siete stati la mia personalissima versione della "cucina tedesca" e quanto di meglio la Cruccolandia abbia potuto offrire al mio palato italiano. Mi mancherete.

Addio, Ampelmännchen, omini dei semafori rossi e verdi di origine sovietica. Non mi mancherà il vostro cipiglio incazzoso, e nemmeno la fretta con cui ci fate attraversare la strada, a noi pedoni che ci slanciamo come centometristi allo scattare del verde. Se ci riesco a malapena io, a raggiungere sana e salva il marciapiede opposto prima che torni il rosso, mi chiedo come potrebbe farcela una qualsiasi vecchietta artritica. Ma forse è tutta questione di imprinting tedesco: qui anche i neonati sono svelti ed efficienti.

Per non parlare delle cassiere. Spiacente, ma non mi mancherà affatto la frenetica velocità con cui una cassiera del supermercato riesce a: salutarmi - chiedermi se ho la tessera - passare tutti gli articoli - dirmi il totale, il tutto nell'arco di tempo in cui io riesco a (malapena a) trovare il portafoglio in borsa.
Molto meglio la cara, vecchia flemma italiana. A cui magari si aggiungono due chiacchiere di rito.

Cosí come non mi mancheranno particolarmente i ciclisti indemoniati che popolano le strade di Berlino. Sbucano da ogni angolo e dietro a ogni curva, pedalando come pazzi a velocità (ovviamente) folli e insultando chiunque osi porsi sulla loro traiettoria. Il ciclista crucco si distingue per alcuni tratti distintivi: il gilet fosforescente stile "lavori in corso", il casco anti caduta, e l'immancabile giubbotto/zaino/marsupio firmato Jack Wolfskin. Credo che possedere almeno un articolo di questa marca sia requisito imprenscindibile per poter ottenere la cittadinanza tedesca.

Ad ogni modo, sono dunque ormai agli sgoccioli di questa mia esperienza in Cruccolandia, che come tutte le esperienze è stata eccitante, intensa, e soprattutto istruttiva. Non solo dal punto di vista del mio tedesco (che ha praticamente raggiunto livelli interstellari) ma anche, forse, per questo blog.
Perché, tra le altre cose, è anche capitato che mi iscrivessi a questo laboratorio di scrittura creativa, intitolato "Le balene possono volare", e che rappresenta appunto "le Balene" a cui mi reco a far visita ogni martedí sera.
Ho iniziato a frequentarlo senza ben sapere cosa fosse la "scrittura creativa" e senza avere la benché minima idea di cosa aspettarmi. E vi ho trovato delle persone fantastiche, sfide inaspettate, insegnamenti sorprendenti, e soprattutto tantissime risate.
Anche perché, diciamocelo, non è che le mie Balene volassero più di tanto, soprattutto all'inizio. 
Sono una persona coi piedi per terra, io. 
Le mie Balene nuotavano, migravano, al massimo si spiaggiavano, come ogni signora Balena di rispetto debba fare. Poi, pian pianino, hanno cominciato a fare capolino dall'acqua, a lanciare qualche sbuffo un po' più alto del solito.
Ed io mi sono ritrovata a descrivere scenari post apocalittici e prati di cioccolata.
Adesso le mie Balene non volano ancora, no. Però ho imparato che liberare la fantasia e giocare con le parole come bambini fa bene, ogni tanto. Anche se non è cosí facile come sembra.


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