venerdì 28 febbraio 2014

Il lavoro più bello del mondo

"Ma tu, alla fine, sei felice di quello che fai?"


Di recente mi è stata posta questa domanda da un ex compagno di studi, uno che come me si è sudato abbondantemente la tanta agognata laurea (per poi cominciarne subito un'altra...).

Ci penso su un po', prima di rispondere. Valuto i lustri trascorsi a studiare, le speranze e i sogni, i progetti andati in fumo, e li metto in relazione con gli ultimi anni, trascorsi a zonzo per i sette mari ad incontrare organismi branchiati ed ad insegnare svuotamenti maschera.

E mi accorgo di essere felice.


Anche se questo non è il percorso che mi aspettavo di seguire, né il motivo per cui ho preso una laurea, né forse quello che mi auguravano i miei genitori.
A un passo dai trent'anni, mi trovo a "tirare le somme" di quello che ho combinato finora, in questo mondo globalizzato e in questa società incasinata. Mi comparo con tanti, troppi, coetanei che si arrabattano e combattono ogni giorno per arrivare a fine mese, costruirsi una famiglia, pagarsi una vacanza. E faccio alcune considerazioni sulla mia fortuna.

Ho un lavoro stabile. Talmente stabile, che finora sono sempre stato io ad andarmene, rifiutando contratti di durata pluriennale.
Non solo: ogni volta che ne ho avuto bisogno, ho sempre trovato una nuova posizione lavorativa nel giro di poche settimane.

Ho viaggiato (e viaggio tuttora) un sacco. Ho esplorato paesi che mai mi sarei sognato di visitare, conosciuto persone con mille storie da raccontare, assaporato piatti improbabili e fatto mie abitudini straniere. Perchè vivere all'estero è diverso che fare il turista, si sa.

Mi sono resa economicamente indipendente
.
Tutti quelli che proclamano a gran voce che "chi si dedica alla subacquea lo fa per passione, non certo per i soldi" mentono, oppure non hanno mai saputo trovare il lavoro giusto. Io con questa professione ci vivo tranquillamente, e riesco persino a mettermi da parte due spicci per trascorrere un mese di vacanza a Berlino, dedidandomi solo allo studio.

Ho anche raccolto tante soddisfazioni personali. La fiducia che una persona ripone nelle tue competenze, quando si affida alla tua guida per una prima esperienza in acqua, è per me motivo di orgoglio. E il riconoscimento più grande è vedere qualcuno, inizialmente terrorizzato dall'idea di "respirare sott'acqua", completare con successo il corso e abbandonare tutte le proprie paure.

Senza contare poi tutti gli amici, i compagni di avventura, i colleghi conosciuti negli anni, con cui rimango sempre in contatto attraverso mail o facebook, perchè magari viviamo in città, nazioni o continenti diversi, ma il bello della subacquea è anche questo: che siamo tutti parte di questa piccola grande comunità, e basta un clic, una foto, un commento per ritrovarsi.



E poi, ragazzi, l'abbronzatura dodici mesi all'anno come la mettiamo?!

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