giovedì 13 febbraio 2014

Turmstrasse 49, 10551 Berlin


Rieccomi qui.
Sempre viva e vegeta, o quanto meno vegetanda.
Giusto un pizzico di mal di gola mattutino ed un amichevole torcicollo dal lato sinistro, di quelli che ti colgono impreparata quando devi attraversare la strada e nel piegare la testa lanci un ululato.
Però insomma, sono sempre qui. Anche se nelle ultime settimane (mesi???) ho davvero trascurato questo mio diariodibordo. 
Che poi, chi stia rassicurando non lo so nemmeno io, visto che, insomma, non è che ci siano frotte di lettori in attesa delle mie perle di saggezza. Giusto i soliti aficionados: Mamma (che con la notifica via mail legge il post quasi prima ancora che venga pubblicato), il mio Promesso Sposo (quando glielo ricordo) e la mia migliore amica, quando il lavoro le lascia tempo (spero). Ah, già, e anche mia zia, che però il computer non lo usa, e quindi si fa stampare tutto da Mamma e poi se lo legge con calma.
Ciao, zia!
Quindi, insomma, tutta gente che viene comunque quotidianamente aggiornata sulle mie condizioni di salute o malattia, progressi fisici od intellettuali, eccetera. Però, però... Questo diariodibordo è soprattutto per me, per tenere traccia di tutte queste mie (dis)avventure, per poter rileggere queste pagine un giorno, quando sarò finalmente sistemata, con un lavoro stabile, una casa e un cane, e ricordarmi di questi anni vagabondi ed incerti. Pertanto mi sembra doveroso e necessario fare il punto della situazione, prima di continuare.

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Natale e Capodanno passano in sordina, circondati dai cammelli (come previsto), lavorando senza sosta (previsto anche questo), senza regali e lontano dalla famiglia. Direi che il fattore più rilevante sia stato il cenone della Vigilia, in cui nonostante la scarsità di ospiti (una decina), l'organizzazione del resort si è prodigata per offrire una cenetta prelibata. (Vegetariano è bello, però la tartina col salmone ogni tanto ci sta!)

Anche gennaio trascorre senza troppe sorprese, salvo per l'arrivo dei nostri sostituti: una coppia di italiani che dobbiamo "addestrare" affinché prendano il nostro posto.... Ecco, posso dire che con loro abbiamo vissuto qualche momento divertente! (Dico solo che, al confronto, mio papà al computer è Bill Gates e Steve Jobs fusi in una sola persona!)

La fine del mese viene allietata dall'arrivo di una micina di pochi mesi, potenziale ultima risorsa per debellare i topi che infestano il diving. Che, finchè sono topolini dalla lunga coda che vengono a trovarti in ufficio rosicchiando un biscotto, sono anche simpatici. Ma quando scopri una pantegana nascosta nel forno che si mangia il pollo avanzato a pranzo... Eh no, parliamone.
Insomma, la gatta è stata battezzata Otta, che in arabo significa gatto, appunto. Così è anche più facile quando devi chiedere di lei ai ragazzi egiziani.
Fino al momento della nostra partenza, peraltro, non ha fatto altro che dormire, mangiare e farsi coccolare da chiunque passasse nei paraggi. Temo che a breve finirà nel forno, al posto del pollo.

Il primo febbraio salutiamo nuovamente le lande egiziane, diretti verso la cara, vecchia, gelida Europa.
Come sempre, ci scegliamo un viaggetto rapido e comodo: sei ore di macchina fino ad Hurgada, quattro di volo fino a Ginevra, sette ore di attesa in aeroporto (vorrei precisare: in aeroporto svizzero, a febbraio, vestiti solo dell'abbigliamento estivo sfruttato in Egitto negli ultimi otto mesi. Freddo? E quando mai...). Totale: 26 ore di viaggio per approdare infine a Milano, raggiungere casa e collassare sul divano.
Non ho più l'età...

E ora?
Al momento mi trovo a Berlino, per un mese di studio intensivo del tedesco, alle prese con kartoffeln e ausgänge (capire che significa "uscita" non è stato così semplice!), con coinquilini raffreddati e con la vena del canto, e con il vento gelido del Nord.
Le avventure continuano, dunque. Anche se all'asciutto! 


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